Il fatidico salto di qualità che mister Corini ci propina da un anno e mezzo, stenta ad arrivare, anzi, ogni qual volta siamo in procinto di fare un passo in avanti puntualmente ci vaporizziamo incappando in scivoloni pericolosi.
L’anno scorso quello più eclatante a fine campionato: atmosfera giusta (come sempre), ultima di campionato, si affronta un Brescia con l’acqua alla gola, si va al riposo in vantaggio di due gol e poi la squadra si scioglie come neve al sole buttando alle ortiche una qualificazione ai play-off che faceva sognare.
Quest’anno si riparte con ottimi auspici: mercato ottimo, prime dieci partite 20 punti, forse la squadra non esprimeva un gioco spumeggiante, ma dava la sensazione di essere una squadra tosta, con carattere e quadrata.
Ed ecco che arriva, come un déjà-vu, la famosa frase: “ci aspettano quattro partite in casa nelle prossime cinque e dobbiamo fare il salto di qualità” così trapelava nell’ambiente rosanero, così tuonava l’allenatore con l’entusiasmo dei giocatori. Le prime tre partite ci riportano sulla terra, il risultato è impietoso: un punto arrivato per giunta al minuto 105′ grazie alla prodezza di Stulac contro lo Spezia.
Abbiamo davanti una settimana che ci dirà veramente come stanno le cose, la squadra ha avuto un momento di appannamento temporaneo o si è rotto il giocattolo che ci aveva fatto ben sperare nelle prime 10 partite?
Nella peggiore delle ipotesi ci si aspetta una netta presa di posizione della società per capire se il famoso salto di qualità sia nelle corde di questa squadra e/o del suo allenatore.