È arrivata la prima sconfitta contro una delle prime quattro in classifica, la più roboante, addirittura la sesta in casa, tante, troppe per cercare di dare un senso a questa stagione al momento non eccezionale.

Ieri abbiamo assistito ad una lezione di calcio, impartita al Palermo da una squadra ben organizzata, veloce, pungente e che sa quello che deve fare in campo. L’artefice di questa tela perfetta è mr. Vanoli che ha messo a nudo tutte le difficoltà e i difetti della squadra di Corini

Dopo i primi 15′ di intenso equilibrio è bastato un cambio di gioco per fare saltare il banco, cambio di gioco che ha trovato in Lund la pedina in ritardo di una retroguardia lenta e poco aggressiva.

Col suo centrocampo a 5, condito da 3 centrali (Tessmann, Busio, Ellertson), Vanoli non ha permesso ai soli 2 centrali rosanero (Segre e Gomes) di vedere palla, la superiorità numerica in mezzo al campo ha fatto la differenza nella fase cruciale della partita, dove a turno uno dei centrocampisti lagunari trovava praterie nella zona fra difesa e centrocampo, con i reparti rosanero lunghi e scollegati.

l’attacco rosanero ha evidenziato le solite difficoltà, esterni costretti a ripiegamenti dispendiosi che appannano il rendimento offensivo, con conseguente abbandono di Brunori lasciato da solo contro i 3 centrali Veneziani.

Non solo tattica, ma anche una partita condita da soliti errori individuali che aggravano la condizione mentale. Ceccaroni sembra lontano parente del difensore di inizio anno, ieri sul secondo gol ha assunto una posizione incomprensibile per un difensore della sua esperienza. Di Mariano, a cui tutti vogliamo bene, deve capire (e lo deve capire pure Corini) che è un attaccante e che le partite non si vincono con la sola corsa e impegno; infine Lund, lo statunitense ha margini di miglioramento, ha grande gamba ma in avanti è sempre poco lucido e dietro poco attento.

Le partite vanno lette e interpretate, Corini ancora una volta (insieme ai giocatori) è andato in bambola e non ha saputo apportare i giusti correttivi ad una partita nata male e finita peggio.

Ammesso che siano playoff, indipendentemente dalla posizione in cui arriveremo, con questo atteggiamento si rischia di fare l’ennesima figuraccia.

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